Page 3 - Maggio-2022
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Vita Ciociara                                                   pagina 3




           L’Editoriale



                                                                       di Massimo De Santis



                                                 «‘A livella» di Totò


          Inutile negarlo, gli animi di tutti gli abitanti della Terra sono esacerbati da questo continuo proliferare di
          conflitti su tutto il pianeta. La cosa più umiliante e devastante è che, anziché prendere posizione contro
          qualsiasi guerra, come in tutti i settori dell’attività umana, anche su questo fronte c’è il dualismo prag-
          matico del libero arbitrio che equamente divide gli esseri umani in belligeranti e pacifisti. Nonostante le
          nefaste conseguenze dei conflitti, con repentino spargimento di dolore sulle carcasse umane, si continua
          imperterriti a fomentare l’odio e la guerra da parte di alcuni. A nulla sono valsi gli esempi di cui la storia
          trabocca e di cui ci ostiniamo a mantenere viva la memoria, a nulla sono servite le promesse, ripetuta-
          mente violate, di una pace duratura e definitiva da parte delle élite governative.  Essere “Pace” non è uno
          slogan, non è una marcia, non è un desiderio, non è una chimera. Essere “Pace” non sono parole gri-
          date, slogan pubblicitari, pensieri evanescenti. Essere “Pace” significa il rifiuto totale dell’ideologia e delle
          pratiche di guerra. Il meccanismo deve essere totale e non parziale, deve investire l’intera comunità in-
          ternazionale, l’intero sistema terrestre, altrimenti si dà adito a speculazioni teoriche controproducenti che
          hanno dato luogo a citazioni surreali, come ad esempio “Credo nella lotta armata come unica (sic!) so-
          luzione per i popoli che lottano per liberarsi.” di Che Guevara; “Togli il sangue dalle vene e versaci l’ac-
          qua al suo posto: allora sì che non ci saranno più guerre.” di Lev Tolstoj; “Potevano scegliere tra il
          disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.” di Winston Churchill. Parole di al-
          cuni personaggi della storia che si sono distinti per aver massacrato intere generazioni di esseri umani,
          o per aver istigato alla guerra probabili semi di pace. A nulla sono valse le illuminanti parole di persona-
          lità che, al contrario, si sono spesi per le loro idee di pace: dall’affermazione di Socrate “Tutte le guerre
          son combattute per denaro.” a “Non c’è via per la pace, la pace è la via.” di Thich Naht Hanh, “Ama tutti,
          credi a pochi e non far male a nessuno.” di William Shakespeare. La più assennata di tutte, a me sem-
          bra quella del Dalai Lama: “Se vogliamo costruire la pace nel mondo, costruiamola in primo luogo den-
          tro ciascuno di noi.” Concludo  questa brevissima carrellata di citazioni con quella di Albert Einstein: “La
          pace non può essere mantenuta con la forza. Può essere raggiunta solo con la comprensione.” Parole
          al vento che svaniscono nel nulla davanti ai potenti costruttori di armi, davanti ai criminali politici che ne
          fanno uso, davanti ai milioni di soldati che vengono mandati al massacro in nome di non ho capito an-
          cora “che cosa”. Cari presidenti di tutte le nazioni in guerra, per fare un po' di cultura, solo per fare un po'
          di cultura, leggetevi “ ‘A livella” di Totò, sono sicuro che vi sarà di grande aiuto.

                                                                                 massimo.desantis@vitaciociara.it
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