Page 3 - Aprile-2022
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Vita Ciociara                                                   pagina 3




           L’Editoriale


                                                                       di Massimo De Santis
                                                                      di Massimo De Santis


                                            La cultura della morte

       Avrei voluto trattare altri argomenti, di cultura in senso stretto, di quella che ha a che fare con la libertà del-
       l’individuo, intesa come realizzazione del sé, come raggiungimento della summa di tutte le virtù, invece
       sono costretto a parlare di un tipo di cultura che, apparentemente sepolta, sta ritornando prepotentemente
       in voga in questi ultimi giorni dell’esistenza umana: la cultura della morte. Essa denota l’incapacità umana
       alla pace, denota l’asservilismo alla morte anziché alla vita. Invece di riflettere sulla sopravvivenza dei primi
       esseri umani e studiarne le ragioni di quella abbondante messe di vita (Sem visse cinquecento anni, Eber
       visse quattrocentotrenta anni, Arpacsad visse quattrocentotre anni, solo per citarne alcuni ) e cercare di ri-
       produrne gli effetti, l’uomo continua imperterrito a scegliere la peggiore soluzione possibile per la sua esi-
       stenza: la guerra. La cultura della morte è sempre esistita, mai l’uomo si è affrancato da esimersi a guerriero.
       Oggi le ragioni dei “guerrieri della morte” sono soprattutto economiche, ieri un po' meno, ma da sempre la
       mania di grandezza ha pervaso le menti umane a distruggere i propri simili per un semplice gusto di com-
       piacimento con se stessi. Di distruzioni di intere nazioni ne parla soprattutto la Sacra Scrittura, quando il
       Dio degli eserciti si metteva alla testa della sua armata (Israele) ed andava ad affrontare i popoli  “pagani”,
       coloro che non lo riconoscevano come Dio supremo della Terra ed adoravano statue di marmo, di legno o
       di oro che fossero. Quello che spingeva il Signore contro i suoi umani figli, creati da lui, era la gelosia nei
       confronti di statue, statuette ed icone che rubavano l’attenzione contro di lui. (Esodo 33,18. “Tu non devi
       prostrarti ad altro Dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso.) Oggi, mi riferisco alle due
       guerre mondiali del ‘15-‘18 e del ‘40-‘45 e di tutte quelle guerre che ancora sussistono sul pianeta (circa
       cento conflitti ancora in atto!), non è la gelosia l’arma che scatena gli animi, ma il contendersi la leadership
       del pianeta Terra: il dominio assoluto. Gli altri tutti sottomessi ed in ginocchio davanti al Grande Re.  Quello
       che non era possibile fino ad oggi, il controllo della massa totale della popolazione attraverso i satelliti, con
       la comparsa del computer è alla portata di molte nazioni (vedi Cina, India e Stati Uniti D’America etc.).
       Ecco il movente che spinge sul riarmo totale del Pianeta e la cultura della morte ha i suoi cataloghi, i suoi
       listini, i suoi sconti, i suoi prezzi netti. Se acquisti dieci F-35 te ne regalo uno. Così come il proliferare di te-
       state atomiche di cui ci si vanta sui media mondiali per incutere terrore, a spaventare, a intimorire, ad umi-
       liare tutti coloro, soprattutto i privati cittadini, che non hanno una bomba atomica in casa. Come lo
       chiameremmo questo catastrofismo? Mah! Semplicemente “Cultura della morte”. Ps. Io sono un uomo di
       pace, quella vera, non acquisterò mai un orsacchiotto a testata atomica!

                                                                                massimo.desantis@vitaciociara.it
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