Page 12 - Marzo-2022
P. 12

Vita Ciociara
       pagina 12


                                                                                           Continua alla
                                                                                         pagina seguente
                                                                           vati in parte nel magazzino del Comune di Ce-
                                                                           prano, in parte in quello della Soprintendenza
                                                                           Archeologica per il Lazio in Roma ed in minima
                                                                           parte in questo museo, dove sono esposti al
                                                                           pubblico i pezzi più significativi.

                                                                           La scoperta del deposito votivo è dovuta a due
                                                                           frane, la prima nel 1975 e poi una seconda nel
                                                                           1978, che interessarono il sito del santuario; la
                                                                           presenza del deposito fece immediatamente
                                                                           ipotizzare la presenza di un'area sacra e le in-
                                                                           tuizioni furono premiate dalla scoperta del sito.
                                                                           Alcuni oggetti votivi erano già stati rinvenuti nel
                                                                           1927, durante i lavori di sbancamento per la
                                                                           costruzione della vasca di carico della sotto-
                                                                           stante centrale idroelettrica.

                                                                           L’uso di offrire doni, di natura e valore variabili
                                                                           secondo cultura e possibilità, ad una divinità
                                                                           per ottenerne il favore o come ringraziamento
                                                                           per un beneficio accordato è comune a tutte le
                                                                           civiltà.

                                                                           Il fenomeno conosce momenti di grande favore
                                                                           tra il  IV° ed il II° secolo a.C. e costiuisce uno
                                                                           dei complessi archeologici più significativi. In
                                                                           questo periodo le offerte più diffuse erano mo-
                                                                           nete, ceramiche, statuette di bronzo e di terra-
                                                                           cotta raffiguranti la divinità o l’offerente, e,
                                                                           specialmente, riproduzioni fittili destinate a ri-
                                                                           cordare il beneficio richiesto od ottenuto: sta-
                                                                           tuette di bambini come simbolo e richiesta di
                                                                           fertilità, statuette di animali per la protezione
                                                                           del bestiame, riproduzioni anatomiche come ri-
                                                                           chiesta di guarigione di una parte del corpo col-
                                                                           pita da malattia. Gli oggetti in terracotta erano
                                                                           eseguiti a stampo, ritoccati a mano e poi dipinti
                                                                           in colori vivaci.

                                                                           Le offerte che si accumulavano all’interno dei
                                                                           templi erano periodicamente rimosse e depo-
                                                                           sitate in fosse, chiamate dagli archeologi fa-
                                                                           visse, o stipi o depositi votivi, nell’interno o
                                                                           nelle immediate vicinanze dei santuari, in
                                                                           modo da non essere profanate e da non per-
                                                                           dere la propria funzione; il loro ritrovamento è
                                                                           sempre utile per gli studiosi, in quanto fonte di
                                                                           preziose informazione sugli aspetti religiosi e
                                                                           sociali delle comunità. (foto 4-5-6-7)

                                                                           Interessante la base di una statuina con dedica
                                                                           a  Salus (datata 170-125 a.C.). Sulla sua base
                                                                           è stata incisa, prima della cottura, l'iscrizione
                                                                           SALUTE (forma arcaica del dativo Saluti); una
                                                                           dedica alla dea Salus,  personificazione della
                                                                           salute fisica, corrispondente alla greca Igea, il
       Foto 4 - 5
   7   8   9   10   11   12   13   14   15   16   17