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Vita Ciociara
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La “turma”. Una gloria fregellana
di Aldo Cagnacci
Nelle vetrine della quarta sala del MAF sono conservati importanti reperti relativi alle attività belliche dei fre-
gellani durante la guerra contro Antioco III di Siria, il Grande. Si tratta di frammenti che raffigurano soldati
romani e macedoni, questi ultimi riconoscibili dall’emblema di Alessandro Magno, il sole, raffigurato sui loro
scudi, navi da guerra, elefanti usati in battaglia. Assieme alle raffigurazioni di trofei militari, di prigionieri e
di vittorie alate, rappresentano la testimonianza della partecipazione dei soldati fregellani alle guerre com-
battute da Roma all'inizio del II secolo a.C. contro il re Antioco III di Siria. Con il racconto di Pier Giorgio Monti
diamo voce ai reperti.
La fedeltà di Fregellae verso
Roma, città-madre della vasta co-
lonia che sorgeva negli immediati
pressi dell’odierna Ceprano, era
diventata proverbiale. Soprattutto
nei momenti di maggior pericolo,
come quando Annibale con il suo
variegato esercito di cartaginesi, di
cavalieri nordafricani, di Celti del-
l’Italia del nord e di coloni romani
ribelli, scorrazzava per la penisola
italiana portando dappertutto
morte e distruzione. Nel 218 a.C.
aveva attraversato le Alpi con lo
scopo di sconfiggere Roma, la sua
eterna nemica. Vani erano stati i
tentativi di arginare la sua superio- Foto nr.1
rità strategica e militare e nume- nel 208 a.C.. campati nella parte opposta della
rose erano state le sconfitte subite I Romani, al comando dei due con- collina. Ma la collina pullulava di
dai Romani. (Foto 1) soli Marcello e Crispino, si erano cavalieri e soldati cartaginesi che
accampati sotto un’altura appa- si erano nascosti nella vegeta-
La storico greco Polibio e quello rentemente sguarnita dai Cartagi- zione per tendere un’imboscata ai
romano Tito Livio narrano, in parti- nesi e si preparavano ad Romani, troppo sicuri di sé. I con-
colare, un episodio di questa lunga occuparla, convinti che da lì avreb- soli decisero di avvicinarsi alla col-
guerra (218-203 a.C.) svoltosi nei bero potuto controllare meglio le lina in perlustrazione seguiti dai
pressi di Petelia, vicino Crotone mosse dei nemici che erano ac- tribuni militari M.Marcello (figlio del
console) e A.Manlio, i due coman-
danti militari L. Arrenio e M’.Aulio
e duecentoventi cavalieri, dei quali
quaranta Fregellani (“che avevano
sempre dato a Marcello prova di
valore e fedeltà”) e gli altri Etru-
schi. (Foto 2)
Leggiamo direttamente da Polibio:
”[…]la vedetta (cartaginese) av-
vertì i soldati ed essi lasciarono
che Marcello […] si facesse vicino;
poi si levarono improvvisamente e,
stringendoli intorno da ogni parte,
Foto nr.2 saettavano, colpivano, insegui-