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Vita Ciociara
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Le anfore di Fregellae
di Aldo Cagnacci
oggetto di scambio di per sé
stesse, ma solo in quanto conteni-
tori di merci.
Nel mondo antico, infatti, l’anfora
era il recipiente privilegiato per la
conservazione e il trasporto dei
prodotti alimentari liquidi e solidi: il
vino, l’olio (usato sia come ali-
mento, sia per l’illuminazione, o
nella preparazione di unguenti),
l’aceto, le granaglie, la frutta
secca, il pesce in conserva, il
garum (una salsa di pesce dal sa-
pore forte, molto usata in cucina),
il miele (lo zucchero era infatti
pressoché sconosciuto ed il miele
costituiva il principale dolcificante).
Esistevano naturalmente altri
contenitori fatti di materiali deperi-
Foto nr.1
La felice posizione geografica Amedeo Maiuri, di padre cepra- bili (otri, botti, sacchi, cesti, etc.)
di Fregellae, quasi al termine del nese, si occupò dello studio di al- ma che solo in casi eccezionali
tratto navigabile del fiume Liri-Ga- cune anfore rinvenute a Fregellae, sono arrivati fino a noi; la diffu-
rigliano, dalla colonia romana fino che recavano bolli greci. (Foto 2) sione delle anfore ha quindi valore
a Minturnae nel mare Tirreno, ha Le anfore forniscono un ausilio inestimabile per la ricostruzione
consentito ai fregellani di avere di particolare importanza per l’in- dei traffici commerciali tra i paesi
contatti culturali e commerciali con dagine storica dal momento che, a del mediterraneo. Dal momento
tutto il mondo allora conosciuto. Il differenza di altre categorie di ma- che la maggior parte dei trasporti
corso fluviale tranquillo ed ampio teriali, come ad esempio le cera- antichi avveniva per via d’acqua,
ha dunque rappresentato una via miche da tavola, non costituivano la loro presenza nei relitti di navi
di comunicazione molto comoda che giacciono nei fondali marini, e
tra le due città e l’intenso traffico
tra di esse è confermato anche da
ritrovamenti similari sia nel San-
tuario della Dea Marica a Mintur-
nae sia nel Santuario di Esculapio
a Fregellae. (Foto 1)
Nel 2019 ero in visita con il dott.
Pier Giorgio Monti nella quarta
sala del Museo Archeologico di
Fregellae “Amedeo Maiuri”, dove,
tra gli altri, sono esposti alcuni
frammenti ed un esemplare quasi
completo di anfora. Insieme ad
altri rinvenimenti, per il momento
ricoverati in magazzino, questi
pezzi hanno contribuito a rico-
struire parte della breve vita della
colonia latina. Il Monti mi ricordava Foto nr.2
che anche il grande archeologo