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Vita Ciociara
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La chiesa di Sant’Antonio Abate, il chiostro, il convento
di Aldo Cagnacci
Una maestosità umile tra le case di Ceprano
dazioni quelle di precedenti costru-
zioni, forse di provenienza pagana,
visti i cospicui reperti archeologici che
nel tempo si sono recuperati nei suoi
dintorni ed a lato della via Campido-
glio lungo la quale, al fianco di querce
secolari, di orti e coltivi, resistevano
durante il Medioevo antichi e impo-
nenti ruderi, testimonianze di un lon-
tano passato, ancora ben visibili nel
XVII secolo, così come riporta il Vita-
gliano nel “Ceprano Ravvivato”. Il
suo carattere è umile, l’architettura
essenziale e foggiata con materiali
poveri. La mancanza di maestosità
non ha però sottratto nulla al valore
Foto n.1 simbolico della chiesa, che da secoli
La chiesa della Beata Vergine del
Carmine o di Sant’Antonio è una delle
diciannove costruzioni sacre di Ce-
prano, esistenti o scomparse, antiche
o nuove, piccolissime, piccole o
grandi, oggetto di una ricerca orga-
nica pubblicata nel 2020 dall’archi-
tetto Francesco Arcese. Lo studio si è
avvalso di una serie di documenti sto-
rici recuperati presso archivi, colle-
zioni private e parrocchie e di
memorie orali che ancora vivono in al-
cuni cittadini. Le note che seguono
sono tratte da questo studio. Foto n.2
Localizzata all’ingresso di Ceprano, la
chiesa di sant’Antonio abate vive del
titolo di abbazia da tempi immemori.
Papa Clemente VII (1523 – 1534),
con breve del 18 febbraio 1531, vi
confermò la fiera che ancora oggi ri-
chiama una moltitudine di popola-
zione, anche dai paesi limitrofi.
(foto 1)
Il complesso edilizio è composto dalla
chiesa, dal chiostro e dal convento,
quest’ultimo ancora da ristrutturare.
(foto 2-3-4)
Possiamo ipotizzare che la chiesa,
esistente già nel 1531, in considera-
zione del suo particolare impianto, sia
stata edificata sfruttando come fon- Foto n. 3