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Vita Ciociara pagina 13
Pillole di musica
di Alessia Lombardi
Luce e ombra del giovane underground. Sei proposte
Cari lettori, tica musicale – nei giorni che pre- zionale della quale ho vissuto,
vi lasciavo a dicembre con un arti- cedevano la Tesi, ho scoperto la considerato, analizzato una pro-
colo-racconto del mio primo con- drill, sottogenere ‘chicagoen’ della spettiva sempre parallela. Anche
certo post Covid; per una pausa, trap che agli inizi del 2010 è di- nella musica. Il giovane under-
a gennaio, forse inattesa, ma ventato un fenomeno di costume ground che recensisco non è poi
quantomeno necessaria: laurearsi di incidenza via via internazionale. così diverso: diversi sono i generi,
in Storia della Musica, probabil- E tra fronne ‘e limone e improvvi- le forme, più vicine senz’altro alla
mente, è stata un’altra utopica fol- sazione jazz, da discutere di lì a maturità stilistica, compositiva
lia, un po’ come questa rubrica; pochi giorni, quei loop elettronici ‘adulta’; ma il dolore di un’età che
ma il lavoro sporco qualcuno deve biascicati per inerzia, ossessivi, ama più delle altre, e più delle
pur farlo, ho sentito dire. E poi lo nei loro esili scheletri melodici – altre fugge – inafferrabile, inespri-
promisi. A ventitré anni. Quando appena a sprazzi, quasi epifanie – mibile – è identico, esattamente lo
non sapevo più che fare con la alla fine mi restavano in testa. Alla stesso.
mia vita. fine, avevo motivo di credere che
nascondessero – violenza, dro- “X 2”, ultimo lavoro del produttore
Dividendo le stanze con Letizia – ghe, sbirri e qualche improbabile drill Sick Luke, uscito lo scorso 7
mia cugina, piena adolescenza, e appellativo sessuale a parte – uno gennaio, è il punto di avvio di que-
una curiosa inclinazione per la cri- squarcio, una lacerazione genera- sto confronto aperto fra genera-
zioni artistiche di relativa retrovia:
mosaico di conflitti e turbamenti
che – sia pure simile, a tratti pe-
dissequo del gergo, del repertorio
iconico e sonoro di una produ-
zione seriale ‘di strada’ – si im-
pone per il sound versatile,
incisivo, comunque riconoscibile;
una sensibilità ombrosa, quasi
scevra di catastrofismo, per resti-
tuire un’intimità riflessiva del disa-
gio giovanile, la centralità di certi
bisogni – la presenza, la vici-
nanza, l’evasione – propri di chi si
avvia senza certezze incontro al
futuro. Un’opera corale, conteni-
tore di istanze rap, chill, indie (l’in-
tera tracklist è costruita da duetti e
featuring plurimi), dinoccolata tra
basi corpose, crepuscolari – dram-
maticamente in limine fra quiete e
inquietudine, fragilità e timore,
ansia, solitudine, lotta, vuoto. Inte-
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