Page 13 - Febbraio-2022
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Vita Ciociara                                                 pagina  13




          Pillole di musica




                                                                         di   Alessia Lombardi


                Luce e ombra del giovane underground.  Sei proposte




        Cari lettori,                         tica musicale – nei giorni che pre- zionale della quale ho vissuto,
        vi lasciavo a dicembre con un arti-   cedevano la Tesi, ho scoperto la  considerato, analizzato una pro-
        colo-racconto del mio primo con-      drill, sottogenere ‘chicagoen’ della  spettiva sempre parallela. Anche
        certo post Covid; per una pausa,  trap che agli inizi del 2010 è di-        nella musica. Il giovane under-
        a gennaio, forse inattesa, ma  ventato un fenomeno di costume  ground che recensisco non è poi
        quantomeno necessaria: laurearsi  di incidenza via via internazionale.  così diverso: diversi sono i generi,
        in Storia della Musica, probabil-     E tra fronne ‘e limone e improvvi-    le forme, più vicine senz’altro alla
        mente, è stata un’altra utopica fol-  sazione jazz, da discutere di lì a  maturità stilistica, compositiva
        lia, un po’ come questa rubrica;  pochi giorni, quei loop elettronici  ‘adulta’; ma il dolore di un’età che
        ma il lavoro sporco qualcuno deve  biascicati per inerzia, ossessivi,  ama più delle altre, e più delle
        pur farlo, ho sentito dire. E poi lo  nei loro esili scheletri melodici –  altre fugge – inafferrabile, inespri-
        promisi. A ventitré anni. Quando  appena a sprazzi, quasi epifanie –  mibile – è identico, esattamente lo
        non sapevo più che fare con la  alla fine mi restavano in testa. Alla  stesso.
        mia vita.                             fine, avevo motivo di credere che
                                              nascondessero – violenza, dro-        “X 2”, ultimo lavoro del produttore
        Dividendo le stanze con Letizia –  ghe, sbirri e qualche improbabile  drill Sick Luke, uscito lo scorso 7
        mia cugina, piena adolescenza, e  appellativo sessuale a parte – uno  gennaio, è il punto di avvio di que-
        una curiosa inclinazione per la cri- squarcio, una lacerazione genera-      sto confronto aperto fra genera-
                                                                                    zioni artistiche di relativa retrovia:
                                                                                    mosaico di conflitti e turbamenti
                                                                                    che – sia pure simile, a tratti pe-
                                                                                    dissequo del gergo, del repertorio
                                                                                    iconico e sonoro di una produ-
                                                                                    zione seriale ‘di strada’ – si im-
                                                                                    pone per il sound versatile,
                                                                                    incisivo, comunque riconoscibile;
                                                                                    una sensibilità ombrosa, quasi
                                                                                    scevra di catastrofismo, per resti-
                                                                                    tuire un’intimità riflessiva del disa-
                                                                                    gio giovanile, la centralità di certi
                                                                                    bisogni – la presenza, la vici-
                                                                                    nanza, l’evasione – propri di chi si
                                                                                    avvia senza certezze incontro al
                                                                                    futuro. Un’opera corale, conteni-
                                                                                    tore di istanze rap, chill, indie (l’in-
                                                                                    tera tracklist è costruita da duetti e
                                                                                    featuring plurimi), dinoccolata tra
                                                                                    basi corpose, crepuscolari – dram-
                                                                                    maticamente in limine fra quiete e
                                                                                    inquietudine, fragilità e timore,
                                                                                    ansia, solitudine, lotta, vuoto. Inte-


                                                                                               Continua alla
                                                                                             pagina seguente
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