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Vita Ciociara pagina 15
d’impatto; feroce e nitido il fraseg- dello stridore fra generazioni in- simbolicamente il cerchio: espo-
gio, umbratile quanto epidermico, compatibili, vecchia e nuova, in- nenti di spicco di un genere – il
spiccatamente accademico in terrotte nell’ascolto reciproco da metal core – non più categorica-
qualche tratto, ma senza sfociare qualcosa di eternamente inafferra- mente giovanile, ma come tale
nel ridondante. bile. L’omonimo EP di esordio percepito, anche in relazione alla
(2014) è una buona prova di recu- propria fruibilità, riabilitano il tempo
Lo stoner dei romani OOPArt (dal- pero e operazioni corroborative di a misura intima, spirituale: giovani
l’inglese Out Of Place Artifacts, re- un patrimonio musicale che è già o meno, il tempo investito su di sé,
perti fuori posto, termine coniato per se stesso ibrido, crocevia. sul proprio personale microcosmo
dal criptozoologo americano Ivan Qualche soluzione resta però in- di interazioni-relazioni-emotività,
Sanderson per identificare oggetti genua, e il sound tendenzialmente costituisce una dimensione pre-
storici anacronistici: Flavio Mattia acerbo: l’interplay tra voce e stru- ziosa. Imprescindibile.
Marini, chitarra e voce; Andrea menti è compagine godibile, ma È quello, che conta.
Ruggeri, basso e voce; Valerio poco solida – una fragilità che, si
Rossini, batteria) sembra allonta- badi bene, non è falla, bensì po-
narsi – almeno in moduli e stilemi tenza creativa in fieri. alessia.lombardi@vitaciociara.it
– dal problematico coacervo
espressivo del panorama più gio- Con la splendida “Precious Time”, In foto: Falasca, Fabricio Pipini, OOPArt.
vane: eppure, la loro emulazione uscita lo scorso 10 gennaio, i Deaf Vi Skin e Deaf Autumn sono volti già noti
‘passatista’, nostalgica, non è che Autumn (protagonisti dell’intervista all’interno di questa rubrica. L’immagine
l’ennesimo inteatrarsi del dissidio, sul numero di settembre) chiudono di Sick Luke è invece affidata al proprio
personale ufficio stampa