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Vita Ciociara pagina 19
neva tutte le classi, con un sorrisetto maligno e sfronta- sedersi con la sediolina che papà Vincenzo le aveva com-
tezza, le disse che era figlia di una donnaccia che l’aveva prato al mercato di Sora, dopo una giornata di lavoro si
partorita e lasciata all’allevatrice, che a sua volta, l’aveva sedettero, lui con la sua pipa e lei con i quattro ferri con i
portata su una montagna tra le pecore e che, per pietà, quali realizzava calze di lana, disse loro che doveva par-
era stata adottata da due vecchi per alleviare il loro dolore lare e che era molto importante che l’ascoltassero. Anche
dopo la morte in guerra dei due figli Gaetano e Giovanni. Micio, il gatto rosso che lei tanto amava, si destò dal suo
Assunta restò gelata, aveva voglia di dare un pugno sul sonnellino e si mise pronto ad ascoltare ciò che Assunta
naso di quell’antipatico ciccione che si credeva di essere aveva da dire.
il capo di tutta la classe, dimenticando che era stato due I due si guardarono tra lo stupito, il preoccupato e il di-
volte bocciato. Avrebbe voluto urlarglielo contro, ma lui vertito. La scenetta era simpatica e loro erano ben dispo-
aveva detto la verità, ma l’aveva umiliata davanti a tutti e sti. Assunta era una “donnina” assennata, certamente
con cattiveria. sarebbe stato interessante sapere cosa aveva da dire.
Imparò in quel giorno che non tutti sono bravi e gentili; Fuori il vento non si sentiva più e c’era un gran silenzio in
che avevano parlato male di chi l’aveva messa al mondo quel momento, chissà se quelle nuvole che sapevano di
senza conoscerne la vera storia e che era stata adottata neve erano sparite grazie al vento o se erano tornate mi-
per pietà. Soprattutto, restò dispiaciuta di aver avuto con- nacciose?
ferma di ciò che cominciava a sospettare: Gaetano e Gio- Seria e con piglio deciso chiese di conoscere la sua vera
vanni erano morti in guerra. storia, ma soprattutto volle sapere anche cosa davvero
Trascorsero tre giorni nei quali la piccola Assunta si sentì era accaduto ai loro figli, dei quali ormai sapeva che erano
davvero sola, per la prima volta in vita sua si stava po- morti in guerra. Raccontò loro ciò che era accaduto a
nendo domande alle quali non sapeva dare risposta, sen- scuola, ma prima che loro parlassero, come davvero una
tiva il bisogno di parlarne con qualcuno, ma ormai non si donnina, promise che qualsiasi cosa loro avessero detto,
fidava di nessuno. A scuola se ne restò sola per fatti suoi, lei li avrebbe sempre amati e rispettati.
evitando di parlare con le compagne ed i compagni. A I due si guardarono stupiti di tanta determinazione e di
casa cercò di mostrarsi normale come se nulla fosse ac- tanta dolcezza, raccontarono ogni cosa e risposero con
caduto, ma l’affetto di papà Vincenzo e mamma Antonia, sincerità ad ogni sua domanda e promisero che da allora
la tristezza nei loro occhi che si notava sempre più e la in poi non ci sarebbero state più lacrime in quella casa e
loro dolcezza nei suoi riguardi che cresceva di giorno in che lei sarebbe stata sempre amata, fino alla fine dei loro
giorno, la convinsero che la cosa migliore che potesse giorni.
fare era parlare proprio con loro.
Vicino al caminetto della cucina, nell’angolo dove amava rosalba.divona@vitaciociara.it