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Vita Ciociara pagina 21
struisce il primo sistema sociale di recupero di
un territorio che si mette insieme rispetto ad al-
cuni valori. C’è Ferdinando ma c’è anche la città
e un importante Statuto che ha contribuito a va-
lorizzare questa terra. Ora questa statua acco-
glie i turisti e saluta anche il Belvedere». Sulla
stessa lunghezza d’onda l’assessore alla cul-
tura: «Non dimentichiamoci che questa doveva
essere Ferdinandopoli. Qui c’è il Ferdinando che
ha il suo momento migliore della carriera di mo-
narca. C’è il Codice Leuciano ovvero quelle
leggi che danno uguaglianza a uomini e donne,
che danno la scuola a tutti e che danno l’oppor-
tunità di lavorare un numero giusto di ore». Tutte
argomentazioni ineccepibili, con un’inappunta-
bile rispondenza nella storia gloriosa di quel sito,
che non a caso l’Unesco ha voluto omaggiare
con il prestigioso riconoscimento. Eppure l’ere-
zione di quella statua ha fatto storcere il muso a
qualcuno e subito i riottosi molossi dell’ortodos-
sia risorgimentale, sempre in servizio perma-
nente ed effettivo, hanno fatto sentire ben alti i
loro rancorosi latrati. Questa volta a prendere
cappello è stata una gentile signora, Anna Poe-
rio Riverso, presidentessa dell’Istituto per la Sto-
ria del Risorgimento Italiano di Caserta, che così
ha bollato l’iniziativa: «Le statue si devono eri-
gere in onore di persone che siano di fulgido
esempio non di tiranni come Ferdinando IV di
Borbone e i suoi successori, altrimenti si fa ol-
traggio a tutte le vittime innocenti della loro fe-
roce persecuzione». Parole inaccettabili e
soprattutto senza alcun senso logico, parole che
dimostrano una volta di più una “ignoranza” sto-
rica senza precedenti, da parte di chi pure qual-
cosa ne dovrebbe sapere di quegli accadimenti.
Sfido la signora, dal cognome così altisonante,
a vedere qualcosa di feroce o di persecutorio
nell’esistenza della “Real Colonia di San Leu-
cio”. Ma ormai ci siamo abituati: quando si parla
dei Borbone i più finiscono per sposare la teoria
dell’ineffabile Lord Gladstone che parlava della
“negazione di Dio eretta a sistema di governo”.
Un concetto falso e bugiardo che lo stesso sud-
dito della “perfida Albione” ebbe modo di smen-
tire quando, ormai ad Italia unita sotto lo scettro
di casa Savoia, ebbe modo di ritornare a Napoli.
Ma di questo i nostri inappuntabili censori non
parlano. In compenso, però, si divertono ancora
ad abbaiare alla Luna. Ma vedrete che, prima o
poi, si stancheranno anche di quello.
fernando.riccardi@vitaciociara.it