Page 12 - Dicembre-2021
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Vita Ciociara
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Il nord fece affari d’oro con l’emigrazione
Il colossale business delle compagnie di navigazione
tesi), si protrasse per più di un decennio, produsse gua-
sti inenarrabili e, soprattutto, un immane bagno di san-
gue. Basti pensare che l’esercito sabaudo fece registrare
più vittime di tutte quelle subite nelle tre guerre d’indi-
pendenza messe assieme. Quanto ai cosiddetti “briganti”
ne morirono a parecchie decine di migliaia. Intorno al
1870, o giù di lì, il fuoco della rivolta si spense quasi dap-
pertutto e la calma tornò a regnare sovrana nelle dere-
litte lande del meridione. Si trattava, però, di una calma
apparente: di lì a qualche anno, infatti, iniziò a materia-
lizzarsi una sciagura di dimensioni epocali della quale an-
cora oggi si avvertono nitide le conseguenze. La gente
del sud, prostrata da condizioni di vita disumane, da leggi
inique, da tasse esorbitanti, da un lavoro che non c’era,
da un governo centrale che pensava soltanto a cavar
quattrini, decise di andare via, di scappare lontano, di ini-
ziare una nuova vita altrove, di lasciare, sia pure con la
morte nel cuore, la terra dei loro padri. Quella terra che
aveva tanto amato, che aveva difeso con le unghie e con
i denti quando erano scesi gli “invasori” piemontesi, una
terra che, però, aveva prodotto solo lacrime e sangue.
L’emigrazione svuotò il meridione. Interi paesi si trasferi-
rono armi e bagagli nelle nazioni dell’Europa centrale,
dell’Inghilterra e ancora oltre Oceano, in America, Ar-
gentina, Messico e Brasile. Un fenomeno che si è pro-
tratto fino agli anni sessanta del secolo scorso. Un
interminabile secolo di emigrazione, di drammatiche par-
tenze e di dolorosi addii. E il più delle volte si trattò di un
viaggio senza ritorno. Il contadino del sud, deposto lo
schioppo, raccolse le sue povere cose nella modesta va-
ligia di cartone e partì verso terre lontane e spesso ino-
spitali. Da brigante si trasformò in emigrante e non è dato
sapere quale condizione sia stata più drammatica. Sono
i numeri ad attestare tangibilmente che non si trattò di un
fenomeno trascurabile: dagli anni ottanta dell’Ottocento
agli anni sessanta del secolo scorso furono 25 milioni
quelli che partirono dall’Italia (non solo meridionale, ad
onor del vero) per trasferirsi in altre nazioni straniere vi-
cine o lontane. Poco meno della metà dell’attuale popo-
lazione italiana. Quanto al Sud, nei primi due decenni del
Novecento, emigrarono più di tre milioni, tutti o quasi pro-
venienti da Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Un
Il tumultuoso processo che condusse nel 1860 al repen- dramma lacerante che spezzò il cuore e l’unità di tantis-
tino sfaldamento del Regno delle Due Sicilie e, quindi, sime famiglie meridionali. Anche perché, accanto a chi
alla nascita del Regno d’Italia, con Vittorio Emanuele II di partiva, c’era sempre qualcuno che decideva di restare.
Savoia nuovo e incontrastato “padrone” di gran parte E spesso i due “tronconi” della famiglia disgregata non
della Penisola, scatenò nelle province del meridione una ebbero più modo di rivedersi o di riabbracciarsi. Questa
violenta rivolta popolare conosciuta con il nome di “bri- enorme massa di disperati fece la fortuna, e questo è
gantaggio”. La guerra, serrata e senza esclusione di l’aspetto più sconvolgente della vicenda, delle compagnie
colpi, tra chi voleva resistere al nuovo ordine di cose (i di navigazione settentrionali, in particolar modo genovesi,
briganti) e chi cercava in tutti i modi di normalizzare la si- che riuscirono ad accumulare una gigantesca fortuna
tuazione e di spegnere i focolai della rivolta (i piemon- speculando sulle lacrime e sulla disperazione di chi si ve-