Page 19 - Novembre-2022
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Vita Ciociara                                                 pagina  19




       si precipitò d'un tratto; i pochi soldati
       che erano di presidio non potendo
       reggere a tant'urto, cedevano il ter-
       reno a poco a poco, senza voltar mai
       le spalle agl'invasori. Ma già il fuoco
       appiccato dai briganti ai fabbricati
       serpeggiava in varj punti; gli assali-
       tori impadronitisi delle case facevano
       un fuoco ben nutrito sugli assaliti: fu
       quindi giuocoforza cedere e ritirarsi.
       Giunti però a poco distanza fuori di
       San Giovanni in Carico, incontrarono
       una compagnia pure del 43° che, sa-
       puta da Pico, ov'era di presidio, l'ag-
       gressione, correva a tutta lena,
       guidata dal suo Capitano (si trattava
       di Cesare Gamberini, n.d.a.), in soc-
       corso di quel paese e de' suoi com-
       pagni. Riunirsi tutti, concertare un
       attacco generale, correre ad ese-
       guirlo e riprendere il paese, fu opera
       di pochi istanti. I briganti scacciati di
       casa in casa, respinti di strada in
       strada, uccisi, feriti, perseguitati, do-
       vettero abbandonare il paese, e fu-
       rono colla bajonetta alle reni cacciati
       di nuovo verso il confine, e fin dove
       la ripida elevazione del monte lo per-
       mise. Cinquantasette cadaveri di
       questi assassini furono raccolti nel
       paese e nei dintorni; uno dei loro
       capi, se pure era tale, il marchese Al-
       fredo di Trazegnies, preso colle armi
       in pugno, fu tosto fucilato con altri tre
       birbaccioni”. Fin qui il racconto del
       Saint Jorioz che si ferma poi a par-
       lare del giovane belga e della sua
       singolare presenza tra i briganti “una
       delle tante umane contraddizioni che
       non è sempre in nostro potere di
       spiegare”. I briganti, quindi, dopo l'ef-
       fimero successo iniziale, erano stati
       duramente sconfitti e ricacciati sia da   Il nomumento eretto a Isoletta d’Arce a ricordo dell’assalto al castello
       Isoletta che da San Giovanni Inca-
       rico dal ritorno in forze dei soldati   Barnaba da Rieti, Borella Giacomo  nesse preda e trofeo ai briganti.
       piemontesi. Lo scontro si concluse    da Intra, Rossi Salvatore da Perugia,  Cadde nell'atto crivellato dalle palle
       con gravi perdite: sul terreno, infatti,   Plausa Cesare da Perugia morti  degli aggressori. Nelle angosce della
       rimasero cinquantasette insorgenti,   combattenti da prodi quando il primo  morte si avvolse attorno la salvata
       tra i quali il De Trazegnies, ucciso   con eroico slancio salvava la nazio-  bandiera e nelle sue crespe spirò. In
       brutalmente con un colpo di fucile    nale bandiera. I commilitoni posero.  questo glorioso lenzuolo funereo la
       alla nuca e nove piemontesi. Nel      11 novembre 1861”. Si tratta del-    sua salma fu sepolta da' proprj com-
       centro di Isoletta, in via del Palazzo,   l'elenco dei soldati italiani caduti nel  militoni nella chiuesuola d'Isoletta”. Il
       un'angusta stradina che tra ali di    tentativo di difendere il castello di  sergente Eracliano Cobelli, il coman-
       case si inoltra nella campagna, in un   Isoletta dall'assalto dei chiavonisti. In  dante del presidio di Isoletta che riu-
       largario in prossimità di una curva è   quell'azione si distinse Bartolomeo  scì a salvare la pelle, fu promosso
       stata posizionata una lapide marmo-   Casella di Pallanza, oggi frazione di  sottotenente e decorato con la meda-
       rea che reca la seguente iscrizione:   Verbania, in Piemonte. Al riguardo  glia d'oro al valor militare.
       “Assalita Isoletta da 400 briganti 18   così annota il Saint Jorioz: “Da poco  Infine al capitano bolognese Cesare
       soldati della 7^ compagnia del 43°    giunto al reggimento, avrebbe potuto  Gamberini, colui che liberò il paese
       reggimento dell'esercito italiano la di-  rinchiudersi cogli altri suoi compagni  dai briganti, la municipalità di San
       fesero strenuamente.                  nel Castello e forse salvarsi; ma ac-  Giovanni Incarico volle concedere la
       A perenne memoria di Casella Barto-   cortosi che una bandiera tricolore  cittadinanza onoraria.
       lomeo da Pallanza, Faloiola Giovanni   sventolava nella casa vicina, si slan-
       da Novara, Melati Giacomo da Rieti,   ciò per staccarla, onde non rima-          fernando.riccardi@vitaciociara.it
       Corsini Giovanni da Pallanza, Caselli
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