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Vita Ciociara pagina 19
si precipitò d'un tratto; i pochi soldati
che erano di presidio non potendo
reggere a tant'urto, cedevano il ter-
reno a poco a poco, senza voltar mai
le spalle agl'invasori. Ma già il fuoco
appiccato dai briganti ai fabbricati
serpeggiava in varj punti; gli assali-
tori impadronitisi delle case facevano
un fuoco ben nutrito sugli assaliti: fu
quindi giuocoforza cedere e ritirarsi.
Giunti però a poco distanza fuori di
San Giovanni in Carico, incontrarono
una compagnia pure del 43° che, sa-
puta da Pico, ov'era di presidio, l'ag-
gressione, correva a tutta lena,
guidata dal suo Capitano (si trattava
di Cesare Gamberini, n.d.a.), in soc-
corso di quel paese e de' suoi com-
pagni. Riunirsi tutti, concertare un
attacco generale, correre ad ese-
guirlo e riprendere il paese, fu opera
di pochi istanti. I briganti scacciati di
casa in casa, respinti di strada in
strada, uccisi, feriti, perseguitati, do-
vettero abbandonare il paese, e fu-
rono colla bajonetta alle reni cacciati
di nuovo verso il confine, e fin dove
la ripida elevazione del monte lo per-
mise. Cinquantasette cadaveri di
questi assassini furono raccolti nel
paese e nei dintorni; uno dei loro
capi, se pure era tale, il marchese Al-
fredo di Trazegnies, preso colle armi
in pugno, fu tosto fucilato con altri tre
birbaccioni”. Fin qui il racconto del
Saint Jorioz che si ferma poi a par-
lare del giovane belga e della sua
singolare presenza tra i briganti “una
delle tante umane contraddizioni che
non è sempre in nostro potere di
spiegare”. I briganti, quindi, dopo l'ef-
fimero successo iniziale, erano stati
duramente sconfitti e ricacciati sia da Il nomumento eretto a Isoletta d’Arce a ricordo dell’assalto al castello
Isoletta che da San Giovanni Inca-
rico dal ritorno in forze dei soldati Barnaba da Rieti, Borella Giacomo nesse preda e trofeo ai briganti.
piemontesi. Lo scontro si concluse da Intra, Rossi Salvatore da Perugia, Cadde nell'atto crivellato dalle palle
con gravi perdite: sul terreno, infatti, Plausa Cesare da Perugia morti degli aggressori. Nelle angosce della
rimasero cinquantasette insorgenti, combattenti da prodi quando il primo morte si avvolse attorno la salvata
tra i quali il De Trazegnies, ucciso con eroico slancio salvava la nazio- bandiera e nelle sue crespe spirò. In
brutalmente con un colpo di fucile nale bandiera. I commilitoni posero. questo glorioso lenzuolo funereo la
alla nuca e nove piemontesi. Nel 11 novembre 1861”. Si tratta del- sua salma fu sepolta da' proprj com-
centro di Isoletta, in via del Palazzo, l'elenco dei soldati italiani caduti nel militoni nella chiuesuola d'Isoletta”. Il
un'angusta stradina che tra ali di tentativo di difendere il castello di sergente Eracliano Cobelli, il coman-
case si inoltra nella campagna, in un Isoletta dall'assalto dei chiavonisti. In dante del presidio di Isoletta che riu-
largario in prossimità di una curva è quell'azione si distinse Bartolomeo scì a salvare la pelle, fu promosso
stata posizionata una lapide marmo- Casella di Pallanza, oggi frazione di sottotenente e decorato con la meda-
rea che reca la seguente iscrizione: Verbania, in Piemonte. Al riguardo glia d'oro al valor militare.
“Assalita Isoletta da 400 briganti 18 così annota il Saint Jorioz: “Da poco Infine al capitano bolognese Cesare
soldati della 7^ compagnia del 43° giunto al reggimento, avrebbe potuto Gamberini, colui che liberò il paese
reggimento dell'esercito italiano la di- rinchiudersi cogli altri suoi compagni dai briganti, la municipalità di San
fesero strenuamente. nel Castello e forse salvarsi; ma ac- Giovanni Incarico volle concedere la
A perenne memoria di Casella Barto- cortosi che una bandiera tricolore cittadinanza onoraria.
lomeo da Pallanza, Faloiola Giovanni sventolava nella casa vicina, si slan-
da Novara, Melati Giacomo da Rieti, ciò per staccarla, onde non rima- fernando.riccardi@vitaciociara.it
Corsini Giovanni da Pallanza, Caselli